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FALZE' - VIDOR

2024-04-07

USCITA FALZE' - VIDOR

I ragazzi-CEG seguono le tracce che segnano le vicende e la storia del Fiume Sacro

Onori ai lavoratori e ai caduti del Piaveri ai lavoratori e ai caduti del Piave

Escursione davvero riuscita quella che ha visto una ventina dei nostri ragazzi aderenti al Progetto Ludico-Educativo solcare un tracciato lungo le sponde del fiume.

 

E’ partito da Falzè di Piave il giro pensato dalla nostra Guida Tiziano per i ragazzi del CEG di domenica 7 aprile caratterizzato da aspetti storici e naturalistici: dalla Strada degli Zattieri all'Oasi Fontane Bianche, raggiunta percorrendo il famoso sentiero delle Volpere per giungere poi alla Isola dei Morti, museo all'aperto dedicato alla Grande Guerra e ai suoi caduti tra questi molti “Ragazzi del ‘99”.

Una escursione di 35 km. pedalando prevalentemente su tracciati di ghiaia, single track, con pochissimo asfalto, seguendo il tracciato del fiume Piave a partire da dove incrocia il suo ultimo immissario, il fiume Soligo, fino ad arrivare al paese di Vidor per arrivare all’oasi naturalistica sopra citata con lo sguardo rivolto alla Piave e al Montello, verso destra alle Prealpi sotto lo sguardo dell’”ippopotamo” del Monte Cesen.

Appena fuori Falzè la Chiesa di Sant’Anna, le cui origini risalgono al 1265, quando era un punto di sosta per i numerosi pellegrini che in queste zone transitavano per il commercio seguendo la via Claudia Augusta che da Altino puntava verso il bellunese, attraversava le alpi fino a raggiungere la Germania. Ecco poi un dei punti storici di questo percorso che ricorda gli Zattieri a Falzè di Piave; 3.000 erano le zattere che in media ogni anno scendevano fino a Venezia e provvedere a una quantità di legname pari a 350.000 tronchi all’anno. La zattera classica, detta in dialetto “zata”, era costituita interamente di tavole di legno segato e aveva le dimensioni di 21,0 x 4,2 metri. La Serenissima aveva messo sotto tutela tre boschi: il bosco di abeti detto degli alberi di S. Marco sopra Auronzo nella valle dell’Ansiei, il bosco dei remi di S. Marco costituito da piante di faggio nel Cansiglio e il bosco dei roveri del Montello.

Quindi l’arrivo all’Oasi Fontane Bianche, chiamate in questo modo per via delle loro acque limpide e cristalline, è un vero e proprio itinerario che si snoda all’interno dell’area omonima e che si colloca nel punto in cui il fiume Piave incontra i torrenti Rabòs e Rospér, nel comune di Sernaglia della Battaglia.

Conclusione con onori alla memoria, ma soprattutto ai caduti l’arrivo all’Isola dei Morti; “Su questa isola si faticava a camminare, tanto era l’ingombro di cadaveri” – raccontò nelle sue memorie un ragazzo del ’99, ovvero gli appena diciottenni mandati al fronte.

Passaggio davanti all’Abbazia di Santa Bona di Vidor e quindi di nuovo immersi nella natura con il passaggio nei Palù di Mosnigo, Moriago e Sernaglia. Il toponimo Palù, che richiama l’antica presenza di una zona paludosa, indica un’area di circa1.000 ettari che si estende da Vidor a Villanova di Falzé, lasciando a sud i centri qui citati, rifugio per le popolazioni che qui si ritiravano in caso di guerre o incursioni.

Rientro quindi alla “base” per un pranzo di comunità; ragazzi genitori e Guide.

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